Sunday, December 02, 2007

Fraser Island: third day

Cosa dire del terzo giorno? Beh, direi che la parola piu' appropriata e' "Grazie". Grazie Vanni, per averci fatto fare una passeggiatina breve e tranquilla...Grazie per averci portato alla scoperta dei boschi di Fraser Island...Non sai quanto ti abbiamo ringraziato (e lo facciamo tutt'ora) per averci fatto percorrere a piedi, con le infradito, per un sentiero che nemmeno sappiamo dove ci avrebbe portato, ben 25 CHILOMETRI!!! Io e Gianni lo avremmo letteralmente strozzato! La sua fantastica idea e' stata quella di raggiungere Lake McKenzie (una delle maggiori attrattive dell'isola) a piedi, facendoci imboccare un sentiero di 12km, e che si e' rivelato essere neanche un sentiero, ma giusto una sottospecie di passaggio tra gli alberi...non vi dico che male ai piedi per colpa di tutti i ramoscelli che si conficcavano nelle infradito! Tra l'altro, sulla nostra cartina il sentiero doveva incrociare la strada normale (quella che avremmo dovuto percorrere in macchina) solo due volte, mentre noi l'abbiamo incrociata tre...al che ci siamo chiesti se era la cartina che era sbagliata, o il sentiero preso da Vanni...
Comunque, io non ce l'ho fatta piu', a verso il decimo km ci siamo buttati sulla strada e ci siamo fatti dare un passaggio fino al lago. Qui abbiamo trovato un paesaggio mozzafiato, un lago con l'acqua talmente cristallina che sembrava mare, o meglio ancora una piscina...Vanni, che durante il percorso ha fatto tanto lo spavaldo, si e' buttato sulla spiaggia e non si e' piu' schiodato da li'; io e Gianni, invece, ce ne siamo andati ad esplorare i punti piu' belli di Lake McKenzie.
Un paio d'ore, ed era gia' il momento di tornare. Eh si', perche' in teoria avremmo dovuto passare li' tutto il giorno, ma grazie alla fantastica idea di Vanni - che non aveva calcolato le tre ore di cammino all'andata e le tre ore di cammino al ritorno - siamo dovuti andarcene sul presto, per evitare il buio...e i dingo... Stavolta, pero', per evitare di far sanguinare ancora di piu' i nostri poveri piedini, ce ne siamo andati per la strada normale, che era lunga 14 km, ma almeno sabbiosa. La speranza era anche quella di farci dare un passaggio, ma le tre uniche macchine passate erano tutte piene. Durante la camminata, quando ormai iniziava a far buio, abbiamo incontrato un simpatico serpentello...che solo dopo abbiamo saputo fosse un pitone, ma che al momento ci ha abbastanza spaventati. Cosi', per paura di incontrare altri innocui animaletti della foresta, abbiamo accellerato il passo ormai sentendo la meta vicina...gia' assaporavamo gli spaghettini al pesto che ci saremmo fatti "a casa"...Ma una volta arrivati al Chally...il bestione non parte! E dire che l'avevamo anche detto per scherzo, "Pensa se arriviamo e il Chally non parte!". Meno male che una qualche forza superiore esiste, e destino volle che proprio in quel momento passasse un poliziotto per controllare la zona dove avevamo parcheggiato. E cosi', dati gli sforzi inutili per far ripartire la macchina, il policeman ci ha riportati al nostro campsite, mettendoci d'accordo per il mattino seguente per portare dal Chally Vanni e un meccanico. Alla fine si e' scoperto che il fedele Chally non aveva niente, solo troppa sabbia sotto la carrozzeria. Beh, la serata e' finita che - anche se era vietato fare fuochi sulla spiaggia - in mancanza della luce generata grazie al Chally, i due uomini di casa si sono messi di buona lena a fare un bel fuocherello e a cucinare i tanto agognati spaghetti. Io, invece, mi sono rifugiata in tenda per paura dei dingo, visto che - prima che i due riuscissero ad accendere il fuoco - eravamo in una completa oscurita'...















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